James Natchwey, la fotografia come testimonianza
James Natchwey e’ un fotoreporter di guerra che ha vinto due volte il Word Press Photo.
Sul suo sito personale accoglie i visitatori con questa frase: " Sono stato un testimone , e queste fotografie sono la mia testimonianza. Gli eventi che ho immortalato non dovrebbero essere dimenticati e non devono ripetersi".
Nato negli Stati Uniti nel 1948, e’ un fotografo autodidatta con una formazione in arte e scienze politiche. Inizia la sua carriera come fotogiornalista nel New Mexico, e nel 1980 si trasferisce a New York dove inizia a lavorare come freelance.
Ha dedicato la sua carriera a raccontare i conflitti e le piaghe sociali in varie parti del mondo, in particolare in Africa centrale, Medio Oriente e Cecenia.
Ha vinto quattro volte il Robert Capa Award.
Ha lavorato per Time dal 1984 ed e’ un membro della Magnum dal 1986
James Natchwey ha sempre raccontato come la guerra del Vietnam abbia condizionato la sua sensibilita’ politica e come gli abbia aperto gli occhi sul potere della fotografia.
I reportage fotografici della guerra del Vietnam contribuirono a rivoltare gran parte dell’opinione pubblica contro l’intervento militare degli Stati Uniti. Tuttavia, sul campo di battaglia, non era sempre facile distinguere i “buoni dai “cattivi”, tanto piu’ che militari e civili erano spesso coinvolti contemporaneamente. Questa profonda ambiguita’ formo’ l’approccio di Natchwey alla fotografia di guerra. Natchwey non prende posizione, non si allinea, e non e’ interessato alle strategie geopolitiche o alla guerra in senso generale. Non cerca insomma, “la Storia con la “S” maiuscola” , come racconta lui stesso. Per lui, la guerra e’ una tragedia che colpisce l’individuo, la singola persona, la famiglia.
La sua fotografia e’ focalizzata sulle continue atrocita’ che una guerra produce e distribuisce casualmente, spesso agli individui meno coinvolti e consapevoli della posta in gioco. Natchwey ama farsi trovare pronto, vicino all’azione, come Robert Capa e Don McCullin, e le sue fotografie hanno la stessa viscerale potenza capace di portare l’osservatore direttamente nella scena di guerra.
Come la maggioranza dei suoi colleghi alla Magnum, prefersice scattare in bianco e nero. Le sue immagini hanno una profondita’ ed una gamma tonale tradizionalomente associate ai ritratti, come si nota chiaramente nella fotografia del Ruandese sfigurato che gli valse il World Press Photo Award nel 1995.
Sul suo sito internet personale accoglie i visitatori con questa frase: " Sono stato un testimone , e queste fotografie sono la mia testimonianza. Gli eventi che ho immortalato non dovrebbero essere dimenticati e non devono ripetersi".